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venerdì 21 ottobre 2016

STEP 04: IL MITO DI AMETISTA

La parola ametista deriva dal greco antico "amethystos" che significa “colei che non si ubriaca”. L’origine della credenza che l’ametista desse protezioni dagli effetti dell’alcool e da accomunarsi al colore della gemma che è simile a quello del vino.

Esistono due miti simili una greca e una romana che hanno al centro le gemme di ametista.

Il Mito Greco narra che Dionisio mentre era in preda ai fumi del vino venne insultato da un comune mortale, adirato da ciò promise di vendicarsi e per far questo creò delle feroci tigri, allo scopo di uccidere chiunque avesse incontrato sul suo cammino.
Il fato volle che Dionisio con le sue tigri incrociasse la ninfa Ametista mentre si stava recando a porre omaggio al tempio di Artemide sua protettrice, alla vista di Dionisio e delle tigri Ametista fuggì, mentre fuggiva la ninfa pregò Artemide affinchè la proteggesse, udite le preghiere di Ametista la Dea trasformò la ninfa in una statua di cristalli purissimi. Dionisio ripresosi dai fumi dell’alcool, si rese conto dell’atto empio che aveva compiuto e del sacrificio della ninfa pianse lacrime di vino che tinsero di rosso i cristalli. In omaggio alla ninfa Ametista Dionisio diede il potere ai cristalli di proteggere dagli effetti dell’alcool.



La Ninfa che Disse no a Bacco
Il Mito Romano narra che Bacco in preda ai fumi del vino insegue la bellissima ninfa Ametista con lo scopo di possederla, ma questa prega Diana a cui aveva consacrato la sua castità di aiutarla, Diana ascoltate le sue preghiere la trasformò in una statua di purissimo quarzo, Bacco fortemente irritato, scaglia la sua coppa di vino sulla statua di quarzo dandogli il colore viola e conferendo ai cristalli il potere di proteggere dai fumi del vino che gli antichi romani attribuivano a Bacco. 

Secondo la tradizione sia i greci che i romani erano soliti bere acqua in coppe scolpite nella pietra di ametista, lasciando ai commensali la credenza che all’interno ci fosse vino. Il colore violaceo traeva in inganno tutti gli ospiti che finivano per ubriacarsi, a differenza del proprietario della casa. Questo ruolo di pietra sobria, di purificazione, l’ha resa famosa nei secoli.

Secondo un'altra interpretazione,  "ametista" deriva dalla parola ebraica "Ahlam", che a sua volta deriva da "Chalone", che significa "sogno". Ha la capacità di causare sonnolenza e far sognare a chi l’indossa. Per questo motivo i romani la soprannominarono  "pietra benedetta." Nelle loro rappresentazioni lei portava fortuna e  curava disturbi nervosi.

Anello episcopale di papa Leone XIII,
oro con ametista e perle
Più tardi tra i ricchi (soprattutto nella Roma imperiale) comparve  il vezzo di immergere un anello di ametista nel bicchiere di vino prima di bere. Dato che all'epoca tale gemma era rara e preziosa, e questa usanza era in voga solo tra i potenti, l'anello di ametista, venne visto pian piano come un simbolo di potere.

L'usanza che i potenti di Roma avessero un anello di ametista si radicò così tanto tra il popolino che tale simbolo venne utilizzato più tardi dalla chiesa cattolica romana per esprimere autorità. 

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